Il termine
"bullismo" (dall'inglese: bullying) si riferisce
ai comportamenti violenti e alle prepotenze che avvengono fra pari.
Il bullismo si differenzia dai normali conflitti tra coetanei per una serie
di criteri che lo contraddistinguono:
- l'intenzionalità: le azioni sono compiute con la volontà di danneggiare
l'altro
- la persistenza: le prepotenze sono ripetute nel tempo e non limitate a un
unico episodio
- l'asimmetria di potere tra il bullo e la vittima per la differenza di
forza fisica e psicologica
Accanto al ruolo di bullo (che è chi compie i comportamenti violenti) e a
quello di vittima (chi li subisce)
altre figure sono coinvolte nel bullismo.
L'aiutante del bullo ad esempio, il difensore della vittima e lo spettatore
che si tiene in disparte e ignora ciò che accade.
Il bullismo può assumere forme fisiche, se si manifesta tramite
botte, calci, spinte, pugni; forme verbali, se il bullo insulta, prende in
giro, ricatta o offende, oppure può essere indiretto e in questo caso la
vittima non è attaccata direttamente, ma viene ad esempio esclusa dal
gruppo, isolata, oppure derisa tramite pettegolezzi diffusi.
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